Il bibliotecario scettico, maledizioni e una quest da completare

Come ogni mercoledì, ho una lezione verso metà mattina con un gruppo di italiano in una biblioteca. Non essendoci traffico, arrivo in anticipo ma quando sono sul posto la biblioteca è ancora chiusa. Passano venti minuti e finalmente apre il bibliotecario vecchietto. È bisbetico e brontolone, col sole o con la pioggia. Costante.

Finalmente dentro, mi dice che non riusciva ad aprire perché avevano fatto un’ofrenda (e me la indica) che occupa tutta la scalinata e non permette di accedere alla porta di una sala da cui entrava sempre, per questo è stato costretto a fare un giro.

L’ofrenda della biblioteca

Mi installo nella sala dove normalmente insegno e comincio a perdere tempo con il cellulare. Ma il bibliotecario torna e non molla. Per comodità dei lettori scrivo tutto in italiano. O quasi.

– Quanti soldi spendono in questo periodo, robe da matti.

– Sì?

– Guarda, fra fiori, dolci, decorazioni, che spreco di soldi e di risorse. Poi, quelle cose da indios, sono ovunque, hai visto all’entrata? Quelle cosa da divinità indigene.

– Le Ofrendas?

– Sì. Sembrano tutti matti. Ed è stata la chiesa a permettere la sopravvivenza di queste cose da indio. La chiesa, è la responsabile. Lo stesso che las limpias, le maledizioni, il malocchio, la chiesa non ha fatto niente. Vai a Cuba, c’è la Santeria, vai in Brasile, tutto uguale. Che schifo. Poi, perché fare le ofrendas? I morti se ne fregano! I morti se ne sono andati, non ci sono più.

– Ma sono per i vivi, non per i morti. Per farli contenti.

– Ecco, bravo. Ma è uno schifo. Anche quello delle maledizioni, con che coraggio lo fai? Augurare e fare del male agli altri? Io ho perso una zia per questo e un’altra l’ho quasi persa.

– …come?

– Così. Avevo una zia che doveva sposarsi con un tipo. Poi però aveva incontrato un altro spasimante, ricco, la famiglia aveva piattaforme petrolifere, e insomma, mia zia non è stupida, l’ha sposato, ha mollato l’altro. Così il primo fidanzato ha pagato un indio per lanciarle una maledizione. L’ha fatto dandogli un taco. Un taco! È bastato. Mia zia stava male, tanto male.

Già avevo capito che ne sarebbe uscito un articolo bien chingón.

– E poi?

– Siamo andati a un ospedale spagnolo, il migliore di dove vivevo. Noi siamo di Tampico. Niente, non le hanno trovato niente, e mia zia stava male. Allora siamo andati fino a Monterrey. A Monterrey! Per chiedere una consulta con un indio famoso. E ci ha detto cosa fare. Ventiquattro pitoni bianchi maschi e ventiquattro rospi. Lassù da noi, i rospi sono grandi così [con le mani segnala la dimensione di una palla da basket] e quando li tocchi sono gelidi, gelidi, ma sono vivi, anche se sembrano usciti dal congelatore. Dovevamo passarli per il colpo della zia, e si scaldavano! Sembrava che cuocessero!

– No manches

– No, davvero! E l’indio ci ha detto che dovevamo bruciarli di notte nella palude, ma dovevo essere io a farlo, che ero innocente, all’epoca avevo sei o sette anni.

Ora non so più se sono in biblioteca o se sto facendo una Quest di Witcher III.

– …e l’indio ci ha detto che le cose non sarebbero bruciate, se non fossi stato io a farlo, neanche con la benzina. Neanche con la benzina! Non ci credevamo. Siamo andati alla palude, e io avevo i peli del collo rizzati per la paura. Abbiamo messo tutto per bruciare, messo la benzina e non bruciava! E dalla palude si sentiva gente che rideva, perché non ci riuscivamo. Chi erano? Non lo so. Allora l’ho fatto io con i fiammiferi, tremavo, però sì bruciava, e così ho fatto per dodici notti, dopo mezzanotte, e mia zia è guarita.

Missione completa, 300 punti esperienza, item acquisito, Spada di Tacubaya.

– …e l’altra zia?

– Quella no, l’abbiamo persa. Stava male e siamo andati da un indio di Tampico. Ci ha detto: sì, è maledetta. Se volete posso lanciare una contro-fattura per colpire chi l’ha mandata, ma tua zia non si salva, non voglio. Abbiamo deciso di non far morire anche chi l’ha maledetta. Ah guarda, arriva il tuo primo studente.

E lascia passare Salvador, l’unico signore del gruppo. Io sono ancora un po’ stordito dalla storia del bibliotecario, soprattutto confuso dall’apparente conflitto fra l’odio per le credenze e la sua “esperienza” che ne fa parte integrante. Poi, mi sa che se ha quasi perso due zie per ragioni misteriose, più che maledizioni dovrebbe cercare una malattia genetica familiare.

Informazioni su merkaura

Sono un ragazzo dell’85 della campagna vicentina che la vita ha catapultato in una metropoli antropofaga. Ho una laurea in Storia e una laurea Magistrale in Scienze delle Religioni. Mi guadagno da vivere a Città del Messico dando lezioni di italiano, francese e spagnolo a messicani e stranieri che abitano in Messico, per scuole, imprese o privati. Vivo in una casa in collina, tranquilla e circondata da un bosco miracolosamente salvatosi dall’espansione cittadina. Sono sposato con una messicana e abbiamo due cani a cui parlo in dialetto. Amo mangiare, bere, viaggiare, leggere, scrivere, infatti da quasi 3 anni amministro un blog in cui scrivo ogni settimana descrivendo questo paese, https://messicando.wordpress.com/. Odio le attività adrenaliniche, guidare e non mi interessa lo sport in generale. Unica eccezione delle lunghissime camminate, di 5 o 6 ore in ambiente urbano o in campagna. Sono una persona timida ma quando do lezioni indosso una maschera spigliata e molto più divertente. Se avete bisogno di informazioni su questo paese o volete spettegolare un po’, scrivetemi pure!
Questa voce è stata pubblicata in La mia avventura, Religione e Miti e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

Una risposta a Il bibliotecario scettico, maledizioni e una quest da completare

  1. Darío ha detto:

    Maledetta chiesa… povere zie!

    "Mi piace"

Lascia un commento