(Foto da un’ofrenda dell’Upvm, Tultitlan)
Stavolta il tema sarà un po’ pesante, diciamo pure d’orrore, dato che parlerò di una delle leggende più spaventose del mondo ibero-latino, la Llorona (la piagnona). Cos’è? È uno spettro, un’apparizione che lancia grida lugubri, “Ah mis hijos”, i miei figli, ed appare nelle vicinanze di fonti d’acqua, fiumi, laghi, sotto la forma di una dama vestita di bianco con i capelli lunghi. Come ho detto, questa signora esiste nel folklore (e nelle apparizioni) di tutta l’America Latina, non si conosce esattamente l’origine del mito, ne esistono ben più di 120 versioni diverse, ma probabilmente il Messico può esserne la culla. Ora vi spiego perché.
Delle varie versioni che esistono, alcuni punti fondamentali si possono incontrare, e sono i seguenti: durante l’epoca della colonia (1500-1700) c’è una donna d’America Latina, indigena locale o mestiza, cioè una donna nata da una coppia mista, che ha dei figli con un uomo spagnolo. Si arriva quindi ad una rottura, l’uomo non riconosce i figli o abbandona la famiglia. Avviene perciò la tragedia, la donna cerca di vendicarsi sull’uomo, uccidendo i figli avuti con lui vicino ad una fonte d’acqua, e/o li annega, poi lei stessa si suicida, o muore per il dolore. Lo spettro della signora riappare quindi sulle rive dove sono avvenute le presunte morti. Attira gli uomini fino a portarli in pericolo di morte. In alcune versioni, la Llorona è la stessa Malinche, se non conoscete chi è questo personaggio storico potete leggere il precedente articolo:
https://messicando.wordpress.com/2015/04/29/malinchismo-una-strana-forma-di-razzismo-masochista/
Una versione abbastanza dettagliata del personaggio Malinche-Llorona la potete trovare nel blog di Francesca, altra “mexicofila” come me che sta scrivendo un bel blog concentrandosi soprattutto su Frida Kahlo. Ecco l’articolo “lloronoso”:
http://www.artandcandyblog.blogspot.it/2015/05/la-leggenda-della-llorona.html
Allora, la Llorona è nata con l’arrivo degli spagnoli? Sì e no. Esistevano nella credenza popolare azteca delle divinità che avevano decisamente molto a che fare con la Llorona. Per esempio, Cihuacoatl era una dea che veniva rappresentata come una donna vestita di bianco, con capelli lunghi, che sembrava bella se vista da lontano, ma che rivelava essere uno scheletro o un corpo decomposto una volta vista da vicino e…troppo tardi per allontanarsene. Era attratta dai luoghi acquatici. Gridava in maniera spaventosa durante la notte. Vi sembra di aver già letto qualcosa del genere? In una versione, Cihuacoatl abbandonava una culla o un fagotto in un luogo affollato, e se ne allontanava. Quando le persone si avvicinavano, invece di un bambino incontravano un pugnale sacrificale. Era quindi un messaggio, la dea chiedeva un sacrificio di bambini.
Anche un altro personaggio storico assomiglia a questo spettro: la sorella di Moctezuma, Papatzin. Morta annegata, secondo la leggenda appariva di notte per le strade di Tenochtitlan (che oggi è…Città del Messico) piangendo e gridando. Pure nel mondo maya, più a sud dell’area azteca, nello Yucatàn, abbiamo “una Llorona”, Xtabai: appariva negli acquitrini e si mostrava di spalle, attirando gli uomini che, troppo tardi, scoprivano di essere ormai intrappolati nelle sabbie mobili. (Mille grazie a Elena per i consigli! Se volete altre informazioni, leggete Les au-delà aztèques di Nathalie Ragot)
Possibile, allora, che sia la stessa creatura, “spagnolizzata”? Io credo più che altro che la storia della Llorona, o la storia vera di una donna che si è conclusa in tragedia, si è inserita nel tronco della tradizione folkloristica azteca, creando un’unica storia che ha potuto sopravvivere alla conquista. Sopravvivere? Sarebbe meglio dire VINCERE, dato che il nuovo obbiettivo della Llorona sono proprio i maschi spagnoli, autori materiali della distruzione del Messico antico.
Sapete che si dice sempre quell’ovvietà che “dietro ad ogni leggenda c’è un fondo di verità”: quello che voglio discutere in questo testo è: storia della Llorona è possibile? Io credo che non solo sia possibile, ma addirittura probabile! Pensiamo:
Durante la Conquista e nel periodo successivo, quante donne “indias” sono rimaste incinte di spagnoli? Migliaia. Quante di loro hanno visto la propria prole rifiutata, non riconosciuta e/o sono state abbandonate, magari per una moglie di origine iberica? Sicuramente moltissime. Quante di loro avranno provato desiderio di vendetta?…probabilmente tutte. Possibile che si arrivi al punto di compiere un omicidio-suicidio, nella propria sete di giustizia? Eliminare la propria stessa famiglia? Può sembrarvi assurdo, ma la risposta è sì. È stato pure il tema della mia tesi magistrale all’università: alcune comunità ebraiche, attaccate dall’impero romano in Israele, o dai crociati nella cristianissima Germania, hanno scelto di uccidere i propri figli in maniera rituale, per poi suicidarsi, cercando di causare l’ira divina, cercando di obbligare Dio (che si stava dimostrando indifferente alla tragedia) a fare qualcosa. Badate: gli ebrei avevano un rituale per il sacrificio degli animali, che usavano quando ancora esisteva il Tempio di Gerusalemme. Gli aztechi e altri popoli precolombiani avevano anche sacrifici umani. Quindi la “Signora Llorona” poteva benissimo essere parte di quella cultura che riteneva alcuni sacrifici umani non solo necessari, ma anche utili.
Poi, pensateci bene, davvero ci sorprende la crudezza di questa storia? Quando ero in Italia, varie volte ho ascoltato al telegiornale cronache di famiglie distrutte dalla violenza omicida casalinga; addirittura padri che uccidono i propri figli pur di non doverli dare in affidamento alla madre.
Ecco quindi che la Llorona e il suo comportamento sono in qualche modo…comprensibili. Nel prossimo articolo vi riporterò la testimonianza di una mia alunna, Diana, che dice di aver avuto un “incontro poco piacevole” con questa dama.
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