Tamales e atole

È arrivato il momento di un articolo indispensabile della cucina messicana, il tamal, con il fedele compagno di avventure, l’atole!

Grazie per informazioni a Davide Glorioso e Gaby!

TAMALES: è un piatto fatto con farina di mais, manteca (grasso di maiale), acqua o brodo di carne e sale, e una varietà di altri ingredienti che ne caratterizzeranno il gusto. Poi si impasta il tutto, e si mette in una foglia che avvolge, e si cucinano. Ci sono tanti tipi di foglie utilizzabili, ma quelli più comuni son con foglie di mais. Tamal deriva da una parola Náhuatl che significa…avvolto! 😀 la sua origine è dubbiosa, dato che questo piatto si trova con molti nomi e molte opzioni in tutta l’America Latina, ma dato che il mais è di origine messicana, probabilmente anche questo piatto lo è. 



I tipi più comuni sono: SALATI, di rajas (cioè pezzettini di chile e salsa), salsa rossa o verde, mole (una sorta di salsa con una trentina di ingredienti,tra cui il cioccolato; messicani che leggete, non odiatemi per definire il mole una salsa!! Perdonoooo), o DOLCI, vaniglia con uva passa, o con ananas. Ma come ho detto, le varianti hanno il limite della fantasia: funghi, noci, fagioli, cioccolato, fragola, pesce…di tutto. Per mantenerli sempre caldi, i venditori tengono gli involtini nelle foglie in un grande pentolone scaldato a bagno maria, per questo i venditori sono molto visibili, girando in bici o rimanendo in un banco con questo grande calderone di metallo. Si mangiano normalmente nella prima parte della giornata come fantastica colazione, ma vengono venduti anche fino a sera, chiaro che è più difficile trovarli. La loro versione super-figa è con il pane, si chiama guajolota, cioè tacchina, ed è un panino di tamal. Una volta provato, siete persi.

Esiste addirittura un detto che si basa sui tamales: El que nace para tamal, del cielo le caen las hojas. Chi nasce per essere tamal, dal cielo gli cadranno le foglie. Come dire che se qualcosa è nel tuo destino, accadrà in ogni caso. Mi piace l’immagine di uno che scappa, rincorso dalle foglie del Fato che lo avvolgeranno in un tamal del destino. Che figata.

Molte informazioni mi sono state date dal mio carissimo amico Davide. Anche lui innamorato di questo paese, anche lui sposato con una messicana, aiuta la famiglia della moglie che produce e vende tamales in uno dei punti più caratteristici di Città del Messico, Xochimilco (dedicherò a questo posto un articolo apposito). Davide è molto alto, biondo e ha la faccia da italiano (non è un insulto né un complimento, leggetelo come vi pare!). Spesso collabora aiutando la famiglia della moglie nella produzione e vendita dei tamales. Immaginatevi la scena, uno cammina per Xochimilco, cerca dei tamales e gli vengono venduti gentilmente…da un vichingo. Scherzi a parte, i loro tamales sono buonissimi, e sono persone amabili e molto gentili, se volete trovarli l’indirizzo è Mercado 377 Xochimilco, il negozio si chiama Atole y tamales mi muchacho, avenida 16 de septiembre n 377 barrio belem.

Un tipo di tamal differente sono gli Oaxaqueños, cioè di Oaxaca, uno degli Stati della Repubblica messicana. Invece di essere di forma oblunga, sono quadrati e invece di foglia di mais, hanno una foglia verde di banano. Ora, mistero misterioso: un signore di Oaxaca lavora per la famiglia di Davide nella produzione di tamales. Davide un giorno gli ha chiesto se sa fare i tamales Oaxaqueños, e gli ha risposto: “..esa chingadera no existe en oaxaca”. Ta ta taaaaaaan! Qualche messicano che sta leggendo me lo può confermare? 

AGGIORNAMENTO: i tamales Oaxaqueños sì sono di Oaxaca! Hanno un gusto particolare perché si fanno con una foglia chiamata Hierba Santa, Hora Santa o Acuyo. Grazie a Gaby per la precisacion e e alla sua abuelita!





Due mesi fa, mi sembra, Mac Donald ha fatto una campagna pubblicitaria attaccando i tamales per cercare di promuovere una roba che si chiama Mac Burrito. Non l’avesse mai fatto, ha scatenato una campagna enorme di orgoglio in difesa dei tamales. Anche questo dimostra quanto sia importante questo piatto per la cucina messicana e Latina in generale.



ATOLE: è l’accompagnamento perfetto per i tamales. È un liquido che si ottiene con acqua e latte e/o con l’aggiunta di farina di mais, più altri ingredienti che ne daranno il gusto finale. I più classici sono di cioccolato, si chiama Champurrado, o fragola, guayaba, riso e latte, pinoli, noci, ma anche in questo caso non c’è limite alla varietà, l’ingrediente deve solo essere dolce. Uno particolare è quello di cajeta, una crema semi liquida buonissssima fatta a base di latte. Normalmente il venditore di tamales che ha un banchetto ha il pentolone con i tamales e un pentolino per l’atole, tipo pentolino per il latte. 

Ho fatto una scoperta straordinaria, la mia macchina ha uno spazio apposito per una guajolota e un bicchiere di atole.



Informazioni su merkaura

Sono un ragazzo dell’85 della campagna vicentina che la vita ha catapultato in una metropoli antropofaga. Ho una laurea in Storia e una laurea Magistrale in Scienze delle Religioni. Mi guadagno da vivere a Città del Messico dando lezioni di italiano, francese e spagnolo a messicani e stranieri che abitano in Messico, per scuole, imprese o privati. Vivo in una casa in collina, tranquilla e circondata da un bosco miracolosamente salvatosi dall’espansione cittadina. Sono sposato con una messicana e abbiamo due cani a cui parlo in dialetto. Amo mangiare, bere, viaggiare, leggere, scrivere, infatti da quasi 3 anni amministro un blog in cui scrivo ogni settimana descrivendo questo paese, https://messicando.wordpress.com/. Odio le attività adrenaliniche, guidare e non mi interessa lo sport in generale. Unica eccezione delle lunghissime camminate, di 5 o 6 ore in ambiente urbano o in campagna. Sono una persona timida ma quando do lezioni indosso una maschera spigliata e molto più divertente. Se avete bisogno di informazioni su questo paese o volete spettegolare un po’, scrivetemi pure!
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11 risposte a Tamales e atole

  1. Gaby ha detto:

    Y el atolkto de cajeta? Se te chispoteo! Es como en Italia olvidarse de la nutella jajajaj, me encanta tu blog 😉 y en Oaxaca si hay tamales. Mi abuela era Oaxaquña y los hacia. Su sabor particular deriva de una hoja llamada hierba santa o hora santa o en oaxaca mejor conocida como acuyo.

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