A inizio dicembre ho avuto un figlio e fra tutte le preoccupazioni e magagne che vi potete immaginare c’era anche la registrazione della nascita. E potreste pensare, eh ma son cazzate, un documento del genere si ottiene facilmente. Nel. E la ragione principale è che la gente è bien pendeja. Ma andiamo con ordine.
All’ospedale il pediatra ha registrato come dati di mia moglie i dati presi dal suo certificato di nascita. E lì primo problema, perché nel luogo di nascita mia moglie ha scritto una cosa nel certificato di nascita e un’altra in quello di matrimonio. Ma una monata tipo che in uno dice il quartiere e in un altro dice la provincia, entrambi corretti, ma sbagliati perché non coincidono. Due giorni dopo essere arrivati a casa passo al Municipio (Registro Civil) a chiedere i documenti necessari. Dato che siamo nel Terzo Mondo, la prima domanda è stata: la madre è minorenne? No. In quel caso avremmo dovuto portare dei documenti di iscrizione e frequenza della scuola media. Non essendo quello il caso, mi ha allungato un fogliettino con i documenti necessari. Il fogliettino era stato stampato nel retro della fotocopia del documento d’identità di un güey. Alla faccia della privacy. Documenti richiesti: Curp di entrambi, certificato di matrimonio o in sua assenza i due certificati di nascita dei genitori, due documenti di identità con fotocopia, documento di nascita dell’ospedale con SENZA ERRORI (sottolineato due volte) e una penna blu. Perché non sprecheremo neanche l’inchiostro della penna per voi. La signora bassa e imbecille che mi stava informando (per semplicità) la chiamerò Tappo. Tappo ci tiene a precisare che il certificato di matrimonio deve essere ufficiale e del 2022. Se lo faremo in gennaio, deve essere del 2023.
Torno a casa e cominciamo a raccogliere i documenti. Notiamo subito che i dati del c. di matrimonio non coincidono con quelli compilati dal pediatra riguardo il luogo di nascita di mia moglie. Mia moglie richiede online la copia autentica del certificato del matrimonio e la ottiene scaricabile 12 ore dopo. Siamo nel 2022, il paese è digitalizzato e funziona, è la masnada di idioti che lavora nella burocrazia a renderlo un sistema kafkiano. E dato che conosco benissimo i miei polli, faccio non una, ma due copie di tutto, includendo certificati di nascita, nel caso mio con traduzione e postilla.
Arriva il martedì mattina e mentre porto i cani a spasso vedo che a terra di fronte a casa mia c’è la bolletta dell’acqua. La raccolgo pensando di pagarla il giorno stesso, tanto è l’ufficio di fianco al Registro Civil.

Ci mettiamo in movimento con il bebè perché deve lasciare le sue impronti digitali. Non scherzo. Tappo mi richiede tutti i documenti e quando vede la copia autetica del matrimonio stampata dice che non è valida la fotocopia, si accetta solo il documento ufficiale. Ma quello è il documento ufficiale, emerita imbecille. Ovvio che l’insulto non l’ho incluso nella mia risposta. Si ritira e dopo cinque minuti torna dicendo che no, non era nel sistema. allora le sbatto gli altri documenti che abbiamo. E Tappo dice: “y un comprobante de domicilio”. Gigantesca pendeja, quello non c’era nella lista che mi hai dato. Ma ricordate la bolletta dell’acqua che avevo in tasca? Miracolo, abbiamo tutto. Ci fa aspettare un’ora e mezza. Nel frattempo sfilano altre coppie che vogliono registrare le loro creature, già belle grandi, una è arrivata camminando. Poi ci danno un documento da compilare con il nome del bambino e altre cosette. Scrivo tutto con la penna blu che ci hanno fatto portare. Consegno a Tappo. Due minuti dopo mi rendo conto che non ho più la penna. Torno con Tappo e le dico che forse l’ho lasciata lì quando ho dato i documenti. “No me resulta” risponde la meschina hambreada.
Esce un’altra tizia con un documento stampato che dobbiamo controllare, per verificare eventuali errori. E ce ne sono. I miei genitori risultano messicani, il cognome di mia moglie è scritto male. Oh, mia moglie fa di cognome Gonzalez, non esiste cognome più messicano di quello, e sono riusciti a sbagliarlo. E volete che non bestemmi. Cinque minuti dopo mi fanno entrare in un ufficio e mi dicono che nel mio certificato di nascita non risulta la nazionalità dei miei genitori. No, è stato fatto in Italia, se sono stranieri lo indicano, sennò sono italiani per default. Sì ma il documento non lo dice. E allora va in stramona. Come compromesso, nel certificato di nascita di mio figlio i miei genitori risultano apolidi. Nazionalità: ——-.

Finalmente sembra tutto pronto, prendono le impronte digitali di mio figlio che ovviamente risultano due macchioline indecifrabili. Ci consegnano gli ultimi documenti e ci chiedono di firmare. Ma io non ho più la penna blu. E la vedo, sulla scrivania di Tappo. Dico alla collega di Tappo che era quella lì. Lei la prende e mi permette di usarla per le firme finali. Com’è umana lei. La faccenda della penna sembra una cosa seria perché a una coppia prima di noi hanno fatto un cazziatone perché non ce l’avevano. E se non fosse per la comprensiva signora che ci stava aiutando nella fase finale, la hijaeputa miserable hambreada imbecil de Tappo ci avrebbe obbligato ad uscire a comprarne una.
Alla fine ce l’abbiamo fatta. Due ore. In Messico si muore facilmente ma si registrano le nascite con difficoltà.