Ebbene sì, secondo capitolo di sfighe perché il primo l’avevo scritto ben cinque anni fa. Porca miseria sto blog è durato più di certi matrimoni. Guiño guiño.
Dopo il ritorno dall’Italia ho ripreso abbastanza velocemente la mia routine lavorativa. Tutto bene, avanzavo pacifico e produttivo in modalità Home Office. C’era solo una puntina di fastidio: la bolletta della luce non arrivava. Strano, ma insomma, diamole un’altra settimana. No, non arriva. Aumenta la paranoia. Vuoi vedere che mi tagliano la luce solo perché un idiota non trova la mia casa? Mettono la bolletta fra le sbarre del cancello, in balia del vento, della pioggia o della semplice cattiveria altrui. Magari si è persa per strada. Girando con i cani vedo una bolletta spiegazzata e sporca, la raccolgo, no, non è mia. Basta, meglio controllare. Decido di chiamare la CFE, commissione federale d’elettricità, l’antica Luz y Fuerza, come si chiamava l’ente dell’elettricità messicana. Se camminate a testa bassa come me noterete sicuramente che molti tombini hanno le lettere L F con un fulmine in Messico. Non è Flash, è Luz y Fuerza.

Comunque, chiamo, con i dati di una bolletta anteriore. Mi chiedono i numeri del conto e il nome del titolare, io dico no, sto affittando ma la bolletta non è a nome del proprietario di casa, è intestata a una certa Mayra. E mi dice che non ci sono addebiti, l’ultima bolletta è stata pagata il dieci maggio. Strano. Non l’ho ricevuta, quella. Riaggancio e sono allegro, qualche imbecille ha pagato la mia bolletta, hahaha. Poi faccio due più due. La bolletta non arrivava, era a nome Mayra….ma vuoi vedere che l’imbecille sono io? Scrivo al proprietario di casa per chiedere se è normale che la bolletta nostra risulti a nome di una certa Mayra. Mi risponde con una foto di una bolletta col suo nome. Accertato, l’imbecille sono io. Da settembre fino a marzo ho pagato le bollette di qualche vicina di casa. Ma [divinità zoomorfa].
Arriva sera e sto dando l’ultima lezione che finisce alle 7. Venti minuti prima della fine, salta il Wi-Fi. Incidente da nulla, accendo i dati del telefono e chiamo la studentessa per concludere la lezione via telefono. Nel frattempo cerco di ripristinare il Wi-Fi. Strano, non c’è. E non sto dicendo che non c’era la connessione, ma proprio non c’era il simbolo di Wi-Fi. Finisce la lezione e comincio a controllare il pc, perché nel computer che avevo prima c’era un interruttore esterno per interrompere la connessione, magari l’ho toccato con il libro. No, non c’è niente. Fa niente, spengo e riaccendo. No. Faccio partire il diagnostico di Windows, non trova niente. Sale il panico. Chiamo mia moglie, cerca di usare qualche combinazione della tastiera, no. Cerchiamo con delle combinazioni che possano funzionare in una Lenovo, nemmeno. Chiamo il cugino di mia moglie, ingegnere informatico, che mentre sta guidando mi aiuta a cercare il problema. Lo trova, è un problema di driver, o almeno mi sembra abbia detto questo, il mio diploma di perito informatico serve solo da tovaglia quando mangio la carbonara, non so un piffero di informatica. Diagnosi, o è un virus o si è bruciato qualcosa del pc, la cosetta che serve per ricevere il Wi-Fi. Cosetta è il termine tecnico, chiaramente. Peccato che io col pc ci lavoro, anzi, ci vivo, perché mi permette di mangiare. Nel pc ho i libri, gli audio, i video, l’archivio con tutte le lezioni di storia. Ne ho assoluto bisogno, quindi o riparo il pc o il giorno dopo alle 7 devo andare subito al Walmart a comprarne un altro. Vi giuro che fra luce e pc volevo piangere. La notte è stata una merda, ero pieno di nervosismo.

Giorno dopo, cominciamo a risolvere il mondo. Mi armo di palle d’acciaio e chiamo Cfe. Comunico il numero del contatore e mi danno il numero del conto di casa. Mi siedo (non volevo svenire e sbattere la testa) e chiedo quanti soldi sono addebitati. Dice 690. Pesos? chiedo. Pesos, risponde. 690mila pesos sarebbe stato un po’ troppo in effetti, ma voi non conoscete il Denis paranoico. Quindi, ottima notizia. Di sette mesi dovevo solo 34 euro. E ho pure fatto beneficenza a quella sgualdrina della Mayra. Corro alla Cfe che si trova dall’altra parte della Statale. Il “corro” è letterale perché non c’è attraversamento pedonale e l’unica cosa fra te e la morte sono le buche della strada che obbligano i chilangos che vanno a Toluca a rallentare. Arrivo, gentilissimi, pago in contanti. Mi dicono che sono 720. Ah, non erano 690? L’impiegata chiede se non mi hanno staccato la luce. Dico di no. Strano, risponde, allora sono 690. Effettivamente, quei pochi pesos di differenza è quello che si paga se vuoi che ti riallaccino il contatto. Erano le 8:10 e già avevo risolto metà dei problemi.
Alle 10 apre un negozio di informatica a Lerma, l’avevo trovato su internet e con buone critiche. Ma essendo un negozio messicano, erano le 10:35 e ancora non apriva. Nel frattempo ho fatto amicizia con un distinto signore, pure lui fuori dal negozio dalle 10 per ricaricare una cartuccia della stampante, e un punkabbestia con un piccolo bulldog dallo sguardo triste. Sembravamo la versione squallida dell’A-Team.

Il punkabbestia era chiacchierone e a un certo punto mi ha chiesto che era successo, ho detto che il pc non funzionava, si è gentilmente offerto di darglielo lui a quelli del negozio, se avevo fretta poteva lasciarglielo. No, grazie, gentilissimo, preferisco aspettare. Alla fine arriva il tizio del negozio alle 10:45. Consegno il pc, e il punkabbestia si siede. Risulta che è uno dei tecnici del negozio. Eh vabbè, mille punti ai miei pregiudizi. Ma il bulldog triste mi ha tratto in inganno. E pure i suoi vestiti da cholo.
Durante la settimana lavoro con l’iPad e cancello le lezioni di cui non ho i libri perché per alcuni corsi ho solo la versione digitale dei testi. Fra martedì e giovedì fanno dei lavori delle cisterne e tubature e interrompono l’acqua dalle 10 alle 18. Peccato che non hanno avvisato, è stata una splendida sorpresa. Così non solo stavo lavorando da bestia con l’iPad, ma dovevo anche cercare di non cagare fino alle sei perché l’acqua non era ancora tornata.
Venerdì, mi chiamano dicendo che è tutto risolto. Era un problema di Windows 11, aggiornando ha eliminato una parte, e pare che quel sistema operativo stia facendo tanti macelli. Risolto tutto formattando il pc e installando Windows 10. Per fortuna avevo fatto una copia di tutti i libri in una memoria portatile. Prezzo 380 pesos per il lavoro.
Sono a dieta ma venerdì sera mi sono permesso il primo alcolico da quando sono tornato in Italia. Un caballito de Jose Cuervo per festeggiare la fine di una settimana di popò.
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